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Liscio come... l'Oglio

La bellissima pista ciclabile dell’Alta Valle Camonica collega Ponte di Legno a Edolo, è lunga 22 km, con un dislivello di circa 620 m e fiancheggia il fiume Oglio tra ombrosi boschetti, verdissimi prati e piccoli nuclei abitati, circondati dalla natura del Parco dell’Adamello a sud e del vicino Parco Nazionale dello Stelvio a nord.

Il tracciato si snoda per gran parte su sede propria e resta comunque fuori dal traffico della strada statale. Lungo il percorso s’incontrano numerosi caratteristici ponticelli coperti di legno e diverse aree attrezzate di sosta. La pista ciclabile è ben collegata a ogni paese, quindi facile da percorrere sia per intero sia solo a tratti. A beneficio dei pedoni, il fondo in asfalto con segnaletica orizzontale rappresentante una bicicletta non richiede calzature particolari, salvo nei periodi ove permane del ghiaccio. Sono accessibili un'area attrezzata con fuochi, sedute e panchine in legno, posteggi per le autovetture un po’ ovunque tra Edolo e Ponte di Legno.

Il periodo consigliato va da maggio a ottobre.
La descrizione dettagliata del percorso non è necessaria essendo sempre molto evidente e ben segnalato con numerosi cartelli (blu), frecce (su sfondo marrone) e cippi chilometrici.
Soprattutto in bicicletta si raccomanda di mantenere la corsia di destra, usare prudenza, rispettare i pedoni e la segnaletica, specialmente nelle intersezioni con le strade percorribili dalle auto e dove si indica di moderare la velocità.
Ai pedoni si raccomanda pari rispetto per i ciclisti, non occupando interamente la pista e agevolandone il passaggio. Attenzione anche ai cani, che vanno tenuti al guinzaglio.

Per chi arriva dal Trentino Alto Adige o dal Passo del Tonale il punto di accesso più comodo alla pista ciclo-pedonale si trova un paio di km prima dell’abitato di Ponte di Legno, in Val Sozzine, porta di accesso al Parco Regionale dell’Adamello, sovrastata dal ghiacciaio del Pisgana e dalla sua bellissima cascata di ghiaccio, meta di molti appassionati di sport invernali estremi.

Da qui parte un percorso asfaltato a circuito chiuso che attraversa uno splendido bosco di conifere ad alto fusto dal caratteristico aspetto nordico. Con i suoi 6 km di lunghezza, nella stagione invernale viene utilizzato come pista da sci di fondo, adatta sia ai principianti e ai semplici appassionati che ai praticanti più esperti.

All’altezza dell’abitato di Ponte di Legno la pista prosegue raggiungendo la cabinovia degli impianti di risalita e successivamente la sponda sinistra dell’Oglio, che nasce proprio nel cuore del paese dalla confluenza dei torrenti Frigidolfo e Narcanello.

Il primo tratto del percorso attraversa Poia, antico quartiere di Ponte di Legno, e regala uno scorcio suggestivo su Castelpoggio, edificio di recente costruzione (1922) adibito a uso privato, ma dall’aspetto antico e imponente, a somiglianza della fortezza medievale che fino al XV secolo si ergeva sulla stessa altura. Oggi, a disposizione di chi alloggia in questa struttura, c’è un bellissimo parco ricco di alberi ad alto fusto cintato da una muraglia lunga 580 metri, realizzata a secco con pietra granitica e merlature di tipo ghibellino. Poco distanti dal palazzo si trovano tre imbocchi di altrettante gallerie che si dice conducessero rispettivamente alle stalle, all'autostazione di Ponte di Legno e a Temù. Mentre sotto al castello vi sono dei sotterranei attualmente adibiti a cantine.
L’arrivo a Temù è segnato dal passaggio del percorso sulla sponda destra del fiume. Questo piccolo borgo accoglie un’importante istituto di storia locale, il Museo della Guerra Bianca in Adamello. Tappa irrinunciabile per gli appassionati di storia militare, questa ricchissima raccolta di testimonianze fornisce uno spaccato reale e diretto sui tragici eventi che un secolo fa hanno inevitabilmente condizionato l’esistenza delle piccole comunità dell’Alta Valle. Le sale del museo, circa 1.000 metri quadrati di esposizione, mostrano resti, reperti, manoscritti, documenti stampati e fotografici originali. Inoltre nella sala conferenze adiacente all’ingresso vengono proiettate a ciclo continuo toccanti immagini d’epoca sulla vita vissuta in alta quota e sulle battaglie combattute sul fronte glaciale.

Il tratto che collega Temù a Stadolina, frazione di Vione, il centro abitato successivo, è caratterizzato da un rilassante panorama naturalistico.

Il passaggio da una sponda all’altra del fiume è frequente, tra ponti in legno, prati, pendii erbosi ricchi di fiori e boschi coronati dalle aspre cime che compongono il comprensorio dell’Adamello. Date di tanto in tanto uno sguardo verso il cielo, con un po’ di fortuna potrete avvistare una poiana, un’aquila o un’altra delle specie di rapaci che popolano la fauna di questi luoghi.

Fare una pausa dai pedali e inerpicarsi tra i caseggiati di questo caratteristico paese può regalare un’altra interessante esperienza culturale, soprattutto per gli appassionati di storia del territorio: in cima al centro storico ha sede ‘L Zuf, l’unico museo etnografico presente in Alta Valle.
Il suo nome simboleggia la fatica del lavoro della terra, che il museo ha voluto esprimere tramite l’attrezzo del giogo (significato della parola dialettale che dà il nome al museo). Un’esposizione di 250 metri quadrati racconta come il lavoro nei campi, gli usi e i costumi, i manufatti in legno, abbiano caratterizzato la vita delle genti camune nei tempi passati. Segnaliamo un dettaglio a nostro avviso di rilevante importanza: ognuno degli oggetti esposti viene descritto sia col nome in lingua italiana sia con il corrispondente termine dialettale in uso all’epoca, così mantenendo intatta anche la memoria linguistica.

A Vezza d’Oglio si oltrepassa per l’ultima volta il fiume, rimanendo sul suo versante sinistro fino a Edolo. In località Davena, frazione di Vezza d’Oglio in direzione Incudine, ha inizio l’antico percorso della Via Valeriana, strada ampia e panoramica, lontana dal traffico automobilistico, che regala scorci suggestivi dall’alto verso il fondo valle.
Vi avvisiamo che dopo un bel tratto boschivo la vostra curiosità verrà attratta da un cartello giallo con la scritta “Benvenuti in AFRICA”. Se la vostra passione per la geologia non vi ha ancora permesso di arrivare al suo significato, vi aiutiamo noi: il punto segnalato corrisponde al confine geologico tra la placca africana e quella europea, che milioni di anni fa si sono scontrate, generando l’attuale catena montuosa. L’arco alpino risulta così diviso dalla linea insubrica, che non è un indicatore simbolico, ma un confine ben visibile dalle immagini dei satelliti.
Il tratto finale verso Edolo è una lunga e ripida discesa che vi farà perdere molta quota in poco tempo. Motivo per cui prendete una pausa per far riposare le vostre braccia e fermatevi a , frazione di Edolo, che incontrerete prima di arrivare in paese. Vi troverete ancora una volta a contemplare il fiume Oglio che prosegue il suo corso da una vera e propria terrazza naturale.